AITR il 9 ottobre parteciperà all'Audizione del gruppo misto del Senato per il provvedimento legislativo in merito alle guide turistiche, su cui il Governo Italiano si è impegnato a fare una riforma entro la fine del 2023.
Il tema è particolarmente delicato in quanto il legislatore e anche gli amministratori pubblici devono tenere conto di tanti aspetti tra di loro spesso in contrasto: la necessità di rispettare le sentenze delle Corte di Lussemburgo che ha più volte condannato l’Italia per la mancata liberalizzazione nei confronti dell’esercizio dell’attività da parte delle guide straniere e per il
tentativo furbesco di aggirare le norme fornendo elenchi infiniti di monumenti in cui è giustificato il servizio di guide locali specializzate; la necessità di tutelare i legittimi diritti e gli interessi di chi esercita l’attività professionale; la tutela degli interessi anche di chi vuole intraprendere tale attività; l’esigenza di salvaguardare sempre la qualità del servizio; le innovazioni intervenute in
questo campo, dalle audioguide, alle app, ai bus turistici con commento audio, alla possibilità per i turisti di documentarsi abbondantemente su Internet, al successo che hanno le esperienze di free walking tour che offrono un servizio allegro e non accademico e per di più, almeno formalmente,
gratuito, mentre le guide ambientali escursionistiche presidiano ottimamente, oltre alla montagna, anche le aree interne e rurali.
Le associazioni delle guide hanno a cuore la difesa della categoria, ma tale difesa, se giocata unicamente sul piano legislativo e legale, rischia di portare ad una sconfitta. In vista del rinnovo delle normative sulle figure professionali del turismo le associazioni delle guide si stanno giustamente occupando di vari aspetti significativi, come il titolo di studio che vogliono elevare alla laurea (addirittura specialistica), al libero accesso a tutti i siti pubblici, superando situazioni di esclusiva, desiderano che siano regolati una volta per tutte certi temi come le prestazioni occasionali e l’abilitazione delle guide di altri paesi, per superare il rischio di una discriminazione a rovescio (le guide straniere possono esercitare in tutta Italia, le guide italiane solo nelle città e nei territori su cui sono abilitate).
La professione va tutelata, a nostro giudizio, su altri piani, quelli della specializzazione, della diversificazione e della promozione. Gli elenchi delle guide messi a disposizione degli enti pubblici competenti riportano di solito unicamente nomi e cognomi delle guide, indirizzi, numeri di
telefono e email, lingue conosciute. Troppo poco.
Le guide dovrebbero far conoscere le specializzazioni ottenute e conseguirne sempre di più; ad esempio la capacità di accompagnare in bicicletta, una particolare idoneità ad occuparsi di persone con disabilità; l’essere madrelingua; la conoscenza approfondita di aspetti della cultura intangibile
come la cucina o l’artigianato; la possibilità di far compiere esperienze ai loro clienti o di proporre loro incontri con persone interessanti, artisti, intellettuali, poeti appartenenti alla comunità locale; in questo modo si rende fortemente competitiva, insostituibile la guida locale, che conosce il territorio, i luoghi, le persone; inoltre è assolutamente necessario far conoscere con precisione le
disponibilità personali, solo la mattina o solo il pomeriggio, tutta la giornata, solo weekend ecc.: mettendo a conoscenza del pubblico tutte queste informazioni si facilita l’incontro fra domanda e offerta del servizio, si risponde positivamente alle aspettative di chi prenota un servizio di guida.
Queste preziose informazioni devono essere adeguatamente comunicate, ne devono disporre coloro che hanno bisogno del servizio, uffici IAT, tour operator, albergatori, associazioni. La guida turistica potrà difendersi adeguatamente e avere successo se saprà posizionarsi in modo dinamico sul mercato, adeguandosi ai profondi e continui cambiamenti in atto, anzi, cercando di trarne profitto.
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