Verso l’elaborazione di uno standard condiviso per le Guide di Montagna
Abbiamo intervistato Felicia Enache, presidente dell’Associazione Romena delle Guide di Montagna e ideatrice del progetto Erasmus denominato Mont Guide +, di cui AITR è partner. Il progetto si concluderà fra poco ed è ora di trarre qualche conclusione.
Felicia, da dove viene il tuo amore per la montagna?
Tutta la vita ho amato la montagna, ho incominciato fin da piccola, con mio padre che era anche lui molto appassionato. Trekking, scalate, sci fin da bambina. Nella mia vita ho scalato tante montagne, non solo nel mio paese, la Romania; ho scalato dei 7.000 e 8.000 metri dell’Himalaya, tante cime in America Latina. Sono diventata Guida e oggi presiedo l’associazione romena delle Guide.
Quale è stato l’obiettivo primario del progetto?
Elaborare e condividere uno standard per la professione di Guida di Montagna da proporre nei nostri paesi, noi in Romania, gli amici bulgari in Bulgaria. I nostri paesi, a differenza dell’Italia, non fanno ancora parte della Federazione Internazionale, la IFMGA; c’è la necessità di allineare gli standard in modo da ottenere i necessari riconoscimenti e favorire l’esercizio della professione a livello internazionale. Però non si trattava soltanto di creare uno standard che indica le tante competenze tecniche, ma anche di implementare i principi e le regole del turismo sostenibile e responsabile, che stanno diventando sempre più importanti sia sul piano etico che della competitività. In Romania abbiamo molta strada da percorrere, pensa che la Guida di Montagna da noi è una specializzazione della Guida Turistica!!
E la vostra Associazione da chi è composta?
E’ composta da quaranta Guide, di cui sette hanno il riconoscimento dell’IFMGA e possono esercitare la loro professione a livello internazionale. Mia figlia Catrinel è una di queste. Altre associazioni operano in Romania e organizzano corsi da cui escono figure professionali simili al Accompagnatore di Media Montagna.
Lo standard è stato elaborato e l’abbiamo condiviso. E adesso che cosa succede?
Il nostro standard è stato presentato alle autorità romene ed è in atto la procedura per la sua adozione; ma si tratta di un percorso complicato, ci sono incertezze sulle competenze fra chi si occupa di Turismo, di Sport, di Ambiente, di Formazione.
Noi di AITR ci siamo trovati bene nel partenariato e siamo soddisfatti di questa esperienza e dei suoi risultati. Qual’ è la tua opinione? E’ stata un’esperienza positiva?
Sì, certamente, il partenariato ha funzionato bene, tutti i partner hanno portato importanti contributi, compresa AITR che ha una grande conoscenza ed esperienza nel turismo responsabile e anche nel turismo nelle aree montane. Per noi è stato molto interessante scoprire la figura della Guida Ambientale Escursionistica, conoscerne le competenze che corrispondono alle aspettative di un mercato che sta crescendo. Inoltre abbiamo potuto contare sulla collaborazione della nostra Agenzia nazionale per i progetti Erasmus, che con saggezza e pragmatismo ci ha accompagnati in questo percorso aiutandoci a superare qualche aspetto critico dovuto alla complessità della materia.
Ci racconti il turismo della montagna in Romania?
Il turismo montano era molto praticato fino alla Rivoluzione del 1989, venivano anche molti stranieri, soprattutto dagli altri paesi dell’Europa Orientale; dopo il 1989 c’è stato un crollo, ma da alcuni anni assistiamo di nuovo ad una crescita imponente, sia sulle nostre montagne che nei Parchi. Arrivano in Romania tantissimi turisti, sia dai paesi europei, compresa l’Italia che da altri paesi e continenti più lontani.
E ci sono dei problemi?
Il problema più serio è quello della pulizia, purtroppo i turisti, anche se amanti della montagna e della natura, spesso hanno comportamenti inappropriati per quanto riguarda la pulizia, in particolare i rifiuti. Per questo nello standard abbiamo indicato tante regole di sostenibilità ambientale e anzi, abbiamo deciso di spostare queste regole da facoltative a obbligatorie. L’educazione ambientale diventa strategica.
Le scuole romene propongono viaggi di istruzione, le cosiddette gite scolastiche, sulle montagne e nei Parchi?
Poco. Gli insegnati e le Direzioni didattiche non vogliono correre rischi; però abbiamo un importante turismo delle ragazze e dei ragazzi nei Campi Natura e nei Campi Estivi; sono vacanze organizzate al di fuori del sistema scolastico ma per le stesse fasce di età.
Il vostro Governo ha una propria politica per le aree protette?
Sì, abbiamo anche un’Agenzia Nazionale che si occupa delle Aree Protette, non solo il Ministero dell’Ambiente. Come ovunque nel mondo il tema centrale è quello della ricerca di un equilibrio fra gli obiettivi di tutela e protezione e quelli dello sviluppo economico e turistico.
Uno degli obiettivi del progetto Erasmus era anche l’apertura a categorie svantaggiate; che cosa è stato fatto?
Abbiamo individuato delle categorie svantaggiate, in particolare orfani di entrambi i genitori ovvero giovani che vivono in famiglie monoparentali, disoccupati di lunga durata, altri ragazzi i cui genitori vivono all’estero. Li abbiamo avvicinati alle professioni della montagna e stiamo consentendo ad alcuni di loro, che hanno mostrato interesse, di partecipare gratuitamente ai nostri corsi di preparazione, che in genere sono piuttosto costosi e inaccessibili per chi non ha adeguati mezzi economici.
Ci puoi dare una valutazione complessiva del progetto?
E’ stata un’esperienza importante e positiva. Abbiamo scambiato fra di noi partner conoscenze, punti di vista, sensibilità. Abbiamo preso atto con piacere che in tutti i nostri paesi cresce l’attenzione per i temi dell’ambiente e della sostenibilità sia nell’esercizio delle professioni che nella fruizione dei territori da parte dei turisti. Cresce anche l’attenzione per la qualità dei rapporti fra le comunità locali e i loro ospiti e, nel turismo montano, aumenta l’interesse non solo per la scalata e il trekking ma anche per la storia locale, la cultura, la cucina, le tradizioni, la cultura tangibile e intangibile dei luoghi.