Ultima chiamata
Negli ultimi decenni il turismo ha conosciuto un’impennata vertiginosa, e nonostante crisi, attentati, calamità naturali, ne abbiano talvolta frenato, se pur momentaneamente, la crescita, la tendenza non sembra arrestarsi. Anzi tutto fa pensare che sia sempre una delle industrie più promettenti al mondo. Viaggiare è ormai alla portata di moltissimi, Internet e i voli low cost, hanno reso più facile e più economico andare in vacanza. Dall’altra parte, le preoccupazioni per l’impatto ambientale e sociale sono sempre maggiori: le implicazioni delle nostre “meritate vacanze” sono numerosissime e spesso devastanti. Per citarne solo alcune: il traffico aereo sempre più intenso e il contributo che da al cambiamento climatico, lo sviluppo edilizio incontrollato nelle aree più belle e spesso più fragili del pianeta, il trattamento iniquo riservato ai lavoratori del settore nel Sud del Mondo, il tragico aumento del turismo sessuale, le ripercussioni politiche inevitabili in paesi come Myanmar o il Tibet…
Il giornalista del Guardian, Leo Hickman, con il suo “Ultima chiamata – Un viaggio alla ricerca dei veri costi delle nostre vacanze”, (Editrice Ponte alle Grazie, anno 2008), presenta una vastissima inchiesta condotta nelle località turistiche più popolari del pianeta, da Dubai ad Ibiza, dalla Thailandia al Messico, dalla Lituania a Chamonix, dal Kerala alla Spagna, da Hong Kong a Miami, da dove partono milioni di passeggeri su enormi navi da crociera.
Scritto come un diario di viaggio, l’autore intervista operatori del turismo e cittadini, lavoratori e vacanzieri, contadini, pescatori. Osserva con attenzione paesaggi bellissimi stravolti dai campi da golf, o giovani donne che si preparano a turni massacranti di dieci ore nei locali notturni di Bangkok, cercando di attirare l’attenzione di un farang,un “occidentale”.
La sua indagine è fatta di incontri di ogni tipo e di testimonianze dirette, di domande fatte e di innumerevoli risposte, e riporta con estrema fedeltà i diversi punti di vista, con l’intento manifesto di approfondire, per meglio capire. Incontri come quello con Eduardo, giovane guida che accompagna i turisti sbarcati da una nave da crociera, sull’isola di Cozumel, in Messico, a cui chiede quali benefici portino tutte quelle navi al suo paese: “Oggi tutto è diventato costoso…il prezzo della benzina è uguale per i locali e per i turisti.
Molte cose sono in regime di monopolio: anche i traghetti che vanno a Playa del Carmen, sulla terraferma dove vado a fare la spesa, costano parecchio.
Sì, sarebbe meglio se i turisti dormissero negli hotel che abbiamo costruito per loro e non sulle navi. E’ difficile farseli amici quando rimangono qui solo sei ore”. Ma dopo averci invitato a riflettere con occhio critico, senza inutili allarmismi sui nostri svaghi e piaceri, la sua conclusione (ultimo capitolo) merita un’attenta lettura per alcuni suggerimenti che ci possono aiutare a far “sbarcare” le nostre vacanze sull’isola di “una vita più etica e solidale”.