Il cammino di Marcella

Il Cammino di Marcella dalla Francigena al Cammino di Santiago due milioni di passi per cambiare lo sguardo sulla disabilità

In una notte d’aprile del 1997, sull’autostrada Milano – Genova, una vettura con a bordo una famiglia sfrega contro la barriera di sicurezza, un giro vorticoso, un volo, una ricaduta pesante, una carambola e……..manca Marcella, una bimba di otto anni. Anna, la madre: “Se la troviamo, vado a Lourdes”. Forse, sbalzata dall’auto, è finita vent’otto metri più sotto. Marcella si salva, ma non camminerà mai più.

“Il cammino di Marcella” è la promessa mantenuta di Anna Rastello, ideatrice e realizzatrice del cammino con Riccardo Carnovalini, che ha fatto le fotografie, le riprese video e ha lavorato alla direzione del film insieme a Cristina Sardo, montatrice professionista e Gerardo Vitale che con Valerio Iaccio ha scritto e suonato le musiche.

Il film racconta 1.600 chilometri lungo le coste e attraverso le colline e le montagne, da visibilità alle storie di donne e di uomini incontrati giorno dopo giorno, spesso in modo inaspettato e imprevedibile, nel tentativo di cambiare lo sguardo della società sull’handicap. Rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, associazioni e comunità che hanno saputo creare le condizioni per permettere alle persone disabili di vivere il proprio quotidiano e le testimonianze di persone disabili che, con energia e ottimismo, hanno superato l’handicap grazie alle attività sportive e artistiche.

65 tappe da Sarzana a Col du Sumport, nei pressi di Lourdes sui Pirenei, al confine tra Francia e Spagna. Un cammino iniziato in inverno e terminato in primavera inoltrata. Neve, pioggia, vento “a scornare i buoi”, sole caldissimo, paesaggi bellissimi, come la Costa delle Cinque Terre, il mare di Menton, la montagna di Cezanne, i colli dei Pirenei. E l’accoglienza di chi ha aperto la propria casa per la notte. Il messaggio può essere racchiuso in una sola frase: ogni uomo deve essere guardato e considerato per quello che è e non per le capacità che ha o che non ha. E’ importante che si riconosca che le persone con disabilità hanno le stesse voglie, le stesse pulsioni, gli stessi sentimenti di chiunque; che sono cittadini, e che, pertanto, devono avere pari diritti e pari opportunità. L’integrazione è necessaria, occorrono diritti non precipui ma trasversali, perché altrimenti chi è disabile continuerà ad incuriosire, rischierà sempre di essere trattato diversamente. L’unica vera disabilità, che allontana dagli altri, è la disabilità del cuore, quella che non ci fa vedere l’uomo nella sua reale essenza, ma che ha bisogno di etichette per poter incasellare, per sapere come rispondere e come comportarsi. E’ solamente la conoscenza che può far superare la diffidenza, che la differenza provoca nel proprio cuore. Ed è solamente la conoscenza che può portare al rispetto e alla solidarietà.

L’unica vera fragilità è la solitudine: e allora bisogna fare rete, fare ogni sforzo possibile per essere solidali, mettere i propri talenti a disposizione della società, guardando cosa si ha e non cosa non si ha, abbandonando l’ansia e costruire un mondo diverso, che accoglie e ama tutti. “Nata a Torino nel 1962, informatica per passione da metà degli anni ’70 e mamma per amore dal 1984: tre figlie biologiche e otto figli in affidamento famigliare con cui ho condiviso periodi anche molto lunghi della loro vita.

Le esperienze personali nel campo della disabilità, figli, biologici e non, affetti da problemi motori, intellettivi, relazionali, mi hanno spinta a cercare un nuovo sguardo sulla disabilità e così sono partita da Sarzana il 26 febbraio 2011 e non sono ancora arrivata! Quei 1600 chilometri percorsi a piedi sono soltanto il preludio del cammino che dall’8 maggio dello scorso anno sto portando avanti con costanza e con caparbia. Numerosi i pensieri e le riflessioni che mi sono stati donati nel corso di questo lungo viaggio a piedi, tanti e spesso così profondi da meritarsi di essere seminati ovunque è possibile. Pensieri sulla disabilità che però sono diventati pensieri sull’uomo. Più di  mille interviste filmate che hanno fatto cambiare a me e a quanti hanno camminato con me, lo sguardo sull’handicap”.

Il film documentario è stato premiato “Camminata dell’anno 2011” al Festival del Camminare di Bolzano. La premiazione è avvenuta nell’ambito di un incontro che ha visto relatori capaci di dare in poco tempo spunti interessanti per un dibattito sulla disabilità e il cammino.

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