Festival AmbriaJazz 2020 Edizione Speciale di Resistenza al Covid-19

“Il Festival AmbriaJazz non si ferma” lo hanno annunciato martedì 30 giugno 2020 in conferenza stampa il Direttore Artistico Giovanni Busetto e Simone Marchesini, Sindaco di Piateda, comune capofila.
In linea con tutte le attività realizzate negli ultimi mesi, anche la conferenza stampa di presentazione del Festival è avvenuta su piattaforma on line, dimostrandosi una valida risorsa per raggiungere tutti, anche persone fisicamente lontane. Fra i molti ad essersi collegati, ha fatto molto piacere la presenza del Presidente Maurizio Davolio, in rappresentanza di AITR del cui patrocinio gode il Festival.
Certo fare la manifestazione quest’anno non è proprio una passeggiata e quindi fa notizia, ma perché fare il Festival nonostante il Coronavirus? Prima di tutto per il fattore Umano. Perché oggi più che mai dobbiamo insistere nel portare ristoro alla popolazione, in periodi complicati come questo che stiamo vivendo in cui la crisi sanitaria ed economica sta mettendo in difficoltà molte famiglie. Abbiamo bisogno di bellezza, che ci aiuti a sopportare i drammi personali e sociali che ci affliggono.

IL VALORE DEL FESTIVAL PER L’ECONOMIA DEL TERRITORIO
Gli organizzatori sono vicini ai lavoratori del comparto della musica dal vivo, un settore in cui sono impegnati musicisti, tecnici, programmatori, grafici, giornalisti, ecc. Dietro di loro ci sono famiglie con bambini, che oggi sono penalizzati e quindi in difficoltà economica più di qualsiasi altra categoria.
Realizzare un Festival significa produrre un indotto economico diretto, che coinvolge le attività locali, come i ristoratori, le strutture ricettive, i mezzi di trasporto, i produttori, ma anche falegnami, elettricisti, professionisti, noleggiatori. Poi c’è l’indotto economico indiretto che è prodotto dal pubblico locale e dai turisti. Arrivano, infatti, da lontano gli appassionati che seguono i loro musicisti preferiti e che cercano vitto e alloggio ed acquistano prodotti locali.
Nel 2018 lo studio dell’Università Bocconi su 19 festival jazz, curato dai proff. Severino Salvemini, Costanza Sartoris e Arianna Riccardi, ha fatto l’analisi delle ricadute economiche sul territorio, sugli anni 2017 e 2018 per AmbriaJazz è stato determinato il moltiplicatore 5, ossia ogni euro investito nel Festival ne ha prodotti 5 che sono ricaduti direttamente sul territorio. I dati sono fissati nella pubblicazione “I Festival Jazz in Italia” edito da Manni. Quindi rinunciare ad organizzare il Festival AmbriaJazz avrebbe significato penalizzare ulteriormente le economie del territorio.
L’associazione si è dotata dei piani di sicurezza completi di regole anti contagio e si è preoccupata di istruire il proprio personale e il pubblico stesso a rispettarle. E’ una programmazione ridotta rispetto alle edizioni precedenti, ma le prime date sono partite bene con buona risposta del pubblico rassicurato dalle misure attuate. Le prenotazioni giunte fanno pensare che si proseguirà allo stesso modo, favorendo gli spettacoli all’aperto, in montagna, nelle piazze. L’ospitalità è curata come ogni anno dai soci di AltRaValtellina con molta attenzione a diffondere quelle buone pratiche che si possono conservare anche in tempo di Covid.
Il programma è scaricabile dal sito ambriajazzfestival.it